72ma GIORNATA MONDIALE DEI MALATI DI LEBBRA
DOMENICA 26 GENNAIO 2025
Una leggenda ricorda che, a partire dai giorni successivi alla crocifissione di Cristo, alcuni uomini iniziarono a curare e ad assistere i feriti e i malati. In memoria del miracolo della risurrezione di S. Lazzaro, descritto nel Nuovo Testamento, costoro si diedero il nome di Lazzariti. Intorno all’anno 370, durante la diffusione del Cristianesimo, alcuni monaci armeni legati alla regola di S. Basilio s’imbatterono in questo ospedale durante uno dei numerosi viaggi di proselitismo nell’Impero Romano e parteciparono attivamente alla sua gestione e al suo mantenimento. Situato al di fuori delle mura di Gerusalemme, l’ospedale dei fratelli lazzariti attirava una quantità enorme di pellegrini.
Felici dopo un viaggio avventuroso, spesso i pellegrini raggiungevano la città con le loro ultime forze ed erano talmente deboli da cadere vittime della lebbra, malattia che a quel tempo era molto diffusa. Esclusi dalla comunità cittadina, trovavano un rifugio nell’ospedale. Grazie alle cure, alcuni potevano rimettersi in viaggio per tornare in Europa, mentre altri, debilitati dalla malattia, restavano in Terra Santa, dove trovavano una nuova occupazione come lazzariti al servizio dell’ospedale o nell’annesso ospizio.
Da questo punto di vista, l’Ordine di San Lazzaro è il più antico ordine ospedaliero ed è anche quello che ha mantenuto più a lungo il suo carattere esclusivamente caritativo. Prima dell’anno 1099, nella Città Santa di Gerusalemme c’erano tre importanti centri ospedalieri: l’ospizio dell’Ordine di San Lazzaro, l’ospedale di Santa Maria Latina (IV sec.) e l’ospedale di San Giovanni (IX sec.). Queste tre strutture costituivano quello che era chiamato l'Ospedale di Gerusalemme. Le attività originarie dell’ordine erano di tipo ospedaliero. Le funzioni militari nacquero all’incirca dal 1120, quando gli ordini cavallereschi religiosi cominciarono ad inviare i loro confratelli affetti dalla lebbra al servizio dei frati di San Lazzaro.
I cavalieri malati provenienti da questi ordini, Templari, Gerosolimitani e l’Ordine Teutonico, costituirono nell’Ordine di San Lazzaro formazioni militari celebri per il loro eroismo, che per circa due secoli si contraddistinsero in molte battaglie nel corso delle Crociate.
Gentilissime Dame e Cari Cavalieri,
oggi ricorre la 72.ma giornata mondiale dei malati di lebbra, che si celebra l’ultima domenica del mese di gennaio.
Quasi dimenticata nei paesi Occidentali, la lebbra esiste ancora e quindi non bisogna abbassare la guardia
Oltre 200 mila casi all’anno nel mondo. In Europa se ne registrano qualche centinaio di casi l’anno: I casi diagnosticati in Italia, in media sono meno di 10, non c’è pericolo di contagio e riguardano soprattutto cittadini stranieri.
Paesi più colpiti
Nel corso del 2023 sono stati registrati in totale 182.815 casi globali di lebbra con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente, come emerge dall’ultimo rapporto annuale pubblicato a settembre 2024 dall’OMS. India, Brasile e Indonesia, come detto, risultano essere i Paesi più colpiti, mentre tra i nuovi casi globali il 5,7% sono bambini e il 39,9% sono donne. Dai dati raccolti si evince inoltre che è in crescita il numero delle persone che presentano gravi disabilità al momento della diagnosi: nel 2023, tra le persone diagnosticate, il 5,3 % presentavano disabilità gravi, di cui il 2,7 %, bambini. Ciò indica che, ancora oggi, a causa della scarsa conoscenza dei sintomi della malattia all’interno delle comunità, delle difficoltà di accesso e della scarsa qualità dei servizi di trattamento, la diagnosi avviene tardivamente e in molti casi la persona colpita dalla malattia si presenta già con disabilità fisiche irreversibili.
Per fermare da diffusione della malattia, è necessario migliorare la situazione socio-econimica dei Paesi endemici attraverso un approccio globale che agisca sugli aspetti sanitari e sociali.
Istituita da Raoul Follereau, (giornalista francese che per primo raccontò la vita dei lebbrosi, che incontrò nel 1935 durante un safari in Costa d’Avorio) la Giornata Mondiale è promossa nel nostro Paese dall’AIFO, Associazione che da oltre sessant’anni è in prima linea nel mondo per la lotta alla lebbra, per garantire il diritto alla cura e all’inclusione per tutti.
Le nostre radici e la nostra storia sono radicati nella cura di questa malattia sin dal XII secolo. Nato per dare cure e assistenza ai lebbrosi, come il nostro Santo Patrono.
Dal 2025 ritorniamo in parte alle nostre radici. Non possiamo curare la lebbra ma possiamo contribuire a sostenere le associazioni che si occupano della ricerca e delle cure sul posto devolvendo una % di quanto viene raccolto in donazione.
Questo argomento sarà posto all’O.d.G. del prossimo direttivo, sentendo il parere di tutti i Commander Regionali e Delegati.
Atavi et Armis
Il G.P.I.
Giovanni Ferrara, GCLJ-GCCLJ-GCMLJ-SMLJ
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